CAVERNE E CRICETI


Lo conoscete il mito della caverna? Quello di Platone? 

In sintesi, ci sono coloro che vivono nella caverna che temono di uscire

e coloro che al contrario sono usciti e hanno visto cosa c'è fuori:

dentro non ci vogliono più tornare o per lo meno hanno preso consapevolezza

che c'è molto di più di quello che pensavano di conoscere.

Il punto è che l'esperienza altrui difficilmente smuove qualcuno che ha paura.

Quelli che erano usciti sembravano folli,

rientrati accecati dalla luce parlavano di cose inimmaginabili

e la razionalità umana impedisce di credere ad ipotetiche follie. 


Io ho sempre vissuto dentro la caverna. 

Per paura.

Ero il criceto che corre da sempre sulla ruota e non sa come scendere perché gira troppo veloce.

È convinto che correre sia il suo unico scopo,

che - anche volendo - non possa scendere.

Il criceto che da fermo ti dice di rallentare sembra un pazzo. 

Ho scoperto solo recentemente che rallentando la ruota si ferma veramente

e il criceto può scendere se vuole anche solo per riposare,

che può dettare lui la velocità e non il contrario. 


Ma non è stato facile rallentare quella ruota impazzita,

io credo di averla bloccata di colpo.

Pensa che spavento per quel povero criceto.

È come se prendessero una persona di forza e la trascinassero fuori,

un incubo nel tragitto per quella persona,

anche se lo stanno facendo per il suo bene. 


Forse certe azioni le devi compiere tu quando ti senti pronto. 

Perché possono suggerirti la soluzione in mille modi,

ma poi ad agire devi essere tu.

Solo tu. 


Voi che ruolo giocate? 

Siete criceti che corrono? 

Siete usciti? 

Siete coloro che sono usciti per primi

o coloro che sostengono che fuori sia pericoloso senza esserci mai stati?


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