FLAMENCO



L'altra sera a Siviglia sono andata a vedere uno spettacolo di Flamenco. Ero un po' scettica, il locale era piccolo, quasi angusto con poche sedie ed un piccolo palco.
La sala si è riempita con una decina di persone e dopo qualche minuto di attesa è salito sul palco un signore che, chitarra alla mano, ha detto ci avrebbe fatto sentire qualche pezzo prima di condividere la scena con la ballerina ed il cantante.
Finito di accordare la chitarra è partito a suonare, nel silenzio più totale, e nel giro di pochi istanti ci ha fatto immergere in un mondo astratto e parallelo.
Le espressioni del viso, il volto contratto e appassionato, il modo in cui si muoveva a ritmo nonostante fosse seduto... Il tacco della scarpa di vernice che scandiva il tempo ci hanno reso subito parte di qualcosa.
Eravamo tutti rapiti dal modo in cui spostava rapido le dita sulle corde.
Il pezzo forte è stato quando è entrata in scena la ballerina. Una donna di mezza età che, visibilmente arrabbiata e corruciata, si è posizionata al centro del piccolo palco. 
Silenzio. Non sapevo nemmeno come avrebbe fatto a danzare in quel poco spazio.
Quando la musica è ripartita lei si è accesa. Ha iniziato a muoversi in modo frenetico e preciso, agitando la lunga gonna che a tratti sollevava per farci vedere come batteva i tacchi a tempo di musica con una precisione da capogiro.
Mentre ballava ha iniziato a sudare, visibilmente accaldata ma questo non sembrava turbarla, lei ha continuato imperterrita fino alla fine. 
Era impossibile staccarle gli occhi di dosso. Il palco era suo, anche se piccolo, ci ha danzato in ogni centimetro girando su se stessa ed usando il ventaglio per creare delle pose sceniche. Mentre ballava teneva la fronte aggrottata, le labbra serrate, gli occhi puntati su di noi che incutevano quasi timore. Io ho avuto la pelle d'oca per tutto il tempo, finché, dopo una serie di passi scanditi con fervore dai tacchi sul legno del pavimento si è fermata.
Solo allora si è concessa di rilassare il volto e regalarci un bellissimo sorriso. È stato tutto cosi estremamente teatrale che ho capito che il flamenco non è semplicemente un ballo ma una recita vera e propria che coinvolge tutto il corpo di chi balla e anche di chi osserva.
Il testo della canzone cantato dal terzo uomo alle spalle della ballerina non l'ho colto nel suo significato letterale ma le espressioni dei loro volti erano talmente intensi che il senso è stato trasmesso senza nessuna difficoltà. 
È stato qualcosa di magico al punto che non me ne sarei voluta andare. Ero ipnotizzata da quella danza che avrei potuto guardarla per ore. 

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