RINASCERE


Sono passati solo pochi giorni dal mio grido di aiuto.
Più ci rifletto più accetto il fatto di non essere dispiaciuta.
Era necessario, era ciò che nel profondo desideravo.
Avevo raggiunto il mio limite, la mia capacità di sopportazione si era esaurita.
Quel pensiero piccolo che albergava da tempo dentro di me si è fatto sempre più grande, 
diventando talmente grosso da, inevitabilmente, esplodere.

 B O O M

Forse per rinascere è necessario prima morire.
Morire nel senso di arrendersi, di lasciarsi andare completamente alle emozioni.
Direi "okay, hai vinto tu" 
Arrendersi nel senso di togliersi tutte le maschere, tutte
facendo emergere quel lato oscuro che tenevamo nascosto soprattutto a noi stessi.

Convivere con la depressione è sempre stata una lotta estenuante, asfissiante: 
che raramente ti lascia qualche giorno di pausa.
Forse per rinascere non serviva continuare allo stremo questa battaglia all'ultimo sangue 
ma ammettere di aver perso. 
Fare un passo indietro e dire "Vai, ora fammi vedere cosa vuoi fare", 
lasciare spazio a quel mostro che pian piano è cresciuto!
"Dai vieni fuori, fatti vedere per quello che sei" 
Perché tu ne hai sempre parlato, lo hai sempre raccontato agli altri 
-che provavano ad immaginarsi ma non potevano realmente sapere- 
che cosa vivesse dentro di noi.
Come avrebbero potuto comprendere qualcosa 
che nemmeno noi avevamo il coraggio di guardare in faccia?

Il 4 luglio mi sono arresa "Vieni, prendi quello che vuoi, vediamo cosa sai fare"!
Ho chiuso gli occhi, ho alzato le mani in segno di resa, 
mi sono inginocchiata e ho aspettato che mi invadesse totalmente.
Sono usciti anni di delusione, di rabbia, di tristezza. 
Ho permesso al mio corpo e alla mia anima di urlare tutta la sofferenza che provava.
Ho urlato, ho pianto, mi sono dimenata, ho vomitato fuori tutto il nero che marciva silenziosamente.
Non nascondersi più è stata la liberazione più bella mai provata.

Ora sono rinata.

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